Gemelle Kessler, il costo e il percorso del fine vita in Germania: cosa racconta l’associazione che le ha seguite
Gemelle Kessler-Chiecosa.it
Le gemelle Kessler, icone dello spettacolo europeo, hanno scelto il suicidio assistito in Germania dopo un lungo percorso con una delle principali associazioni per il fine vita, sostenendo una spesa di diverse migliaia di euro per coprire costi medici, legali e organizzativi.
La notizia della morte di Alice ed Ellen Kessler, avvenuta ricorrendo al suicidio assistito in Germania, ha riacceso il dibattito sul fine vita e sulle condizioni che permettono, in alcuni Paesi, di compiere questa scelta nel rispetto delle norme vigenti. A fornire dettagli è stata la portavoce di una delle più note organizzazioni tedesche attive in questo ambito, che ha spiegato come le due artiste si fossero rivolte all’associazione già da tempo, con l’obiettivo dichiarato di porre fine alla propria esistenza insieme e nello stesso giorno.
Secondo quanto riportato, le Kessler avevano intrapreso il percorso più di un anno fa, diventando membri dell’organizzazione e affrontando colloqui e valutazioni richiesti per accedere a questo tipo di accompagnamento. La scelta di procedere nella loro abitazione di Grünwald, vicino a Monaco di Baviera, è stata presentata come un modo per mantenere controllo e dignità fino all’ultimo momento, circondate da un contesto familiare e non ospedaliero. L’associazione, dal canto suo, insiste sul fatto che simili decisioni devono maturare nel tempo, essere lucide e consapevoli, non frutto di impulsi momentanei.
Costi e coperture: un pacchetto che comprende assistenza medica e consulenza
La portavoce dell’associazione ha spiegato che il suicidio assistito, in Germania, comporta un costo di diverse migliaia di euro, variabile a seconda che la procedura coinvolga una sola persona o una coppia che sceglie di affrontare insieme il fine vita. Si tratta di una cifra che non viene presentata come un semplice onorario, ma come un pacchetto complessivo che include assistenza medica, consulenza legale, organizzazione pratica e tutte le spese operative legate al percorso.
L’obiettivo dichiarato è garantire che ogni fase si svolga in modo regolato, monitorato e trasparente, evitando situazioni improvvisate o prive di supporto professionale. L’intervento dei medici e dei consulenti legali viene descritto come parte integrante del processo, necessario sia per la tutela della persona che per il rispetto delle normative. L’associazione sottolinea inoltre che i casi seguiti ogni anno sono numerosi – centinaia, secondo le statistiche interne – a conferma di come il tema del fine vita resti molto sentito, soprattutto tra chi convive con condizioni di fragilità o ha riflettuto a lungo sulla propria qualità di vita.
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Un percorso lungo, tra requisiti, colloqui e verifiche di lucidità
Per accedere ai servizi dell’associazione, non basta una richiesta improvvisa. Il regolamento interno prevede un’iscrizione da mantenere per diversi mesi prima di poter avviare formalmente la procedura, oltre alla presentazione di una domanda che viene valutata caso per caso. Nel corso del percorso sono previsti colloqui con medici, avvocati e, quando possibile, con i familiari, in modo da verificare che la persona sia realmente consapevole di ciò che sta chiedendo e non subisca pressioni esterne.
Nel caso delle gemelle Kessler, la portavoce ha raccontato che Alice ed Ellen avevano alle spalle una riflessione di lungo periodo: erano membri dell’organizzazione da oltre sei mesi, avevano sostenuto incontri preliminari con professionisti e mostrato coerenza nella loro volontà. Il criterio centrale, spiegano dall’associazione, è che chi sceglie questo percorso sia «lucido, libero e responsabile», e che la decisione non nasca da un momento di sconforto passeggero. La scelta viene così presentata come l’esito di un processo graduale e strutturato, più che come un gesto improvviso o isolato, incrociando dimensioni mediche, giuridiche e personali in uno dei temi più delicati e controversi del dibattito pubblico contemporaneo.
